lunedì 16 luglio 2012

Paulo R. Pires, Gianfranco Pecchinenda e la metamorfosi del "metodo" Vila-Matas

Articolo di Anna Pianura su il sole24ORE Letture e su  AgoraVox




Abituato ad utilizzare scrittori e poeti, più o meno celebri, come personaggi dei suoi stessi libri, Enrique Vila-Matas, autore catalano oramai celebre in tutto il mondo, si è ritrovato recentemente nella curiosa situazione di dover assistere egli stesso ad una pirandelliana moltiplicazione delle metamorfosi della propria identità (o come altro potremmo definirla?): da autore che inventa splendide finzioni sulla vita di altrettanti autori, a personaggio di finzioni scritte da altri scrittori, protagonista di vicende immaginate da altri come lui.
Non stiamo parlando di saggi in cui l’imponente opera dello scrittore viene sovente fatta oggetto di analisi critica, linguistica, testuale, ma di veri e propri racconti e romanzi di finzione, come quelli recentemente pubblicati in Brasile e in Italia da Paulo Roberto Pires e Gianfranco Pecchinenda.
Nel primo caso, un libro appena uscito per i tipi di Alfaguara con il titolo Se um de nós dois morrer, si tratta di un ingegnoso e raffinato gioco di specchi in cui viene messa in scena, in modo spesso ironico, la soffocante difficoltà dell’ambiente letterario, attraverso la metafora di uno scrittore che si perde nel complesso labirinto tra l’arte e la vita.
Theo, un giovane scrittore frustrato dall’insuccesso del suo primo libro, soffre della classica paralisi creativa, e finisce per soccombere a quella pulsione distruttiva a cui è soggetto ogni autentico autore consapevole del proprio fallimento. Sophia, la sua ragazza, ritroverà il corpo senza vita di Theo e una busta a lei indirizzata in cui le viene chiesto di realizzare un suo ultimo desiderio: far pervenire a Enrique Vila-Matas una sorta di manoscritto di un'opera che non è mai esistita. Per esaudire tale richiesta, Sophie parte per Paraty, dove è in corso una Fiera Internazionale del Libro (alla quale realmente, nel 2005, Vila-Matas aveva effettivamente partecipato come autore invitato). A partire da questo evento si dipaneranno una serie di avvenimenti in cui la commistione tra letteratura, biografia e finzione renderà possibile a Paulo Roberto Pires di realizzare uno stupefacente inventario artistico sulla straordinaria potenza della forma letteraria di ispirazione vila-matasiana.
Anche nel secondo romanzo, Essere Ricardo Montero, apparso circa un anno prima per le Edizioni Lavieri, Gianfranco Pecchinenda ha, tra i suoi spunti principali, un incontro tra un personaggio di finzione (il narratore) e lo scrittore Enrique Vila-Matas, realmente verificatosi nel 2009, mentre quest’ultimo partecipava alla presentazione dell’edizione italiana del Dottor Pasavento all’Istituto Cervantes della città di Napoli. Anche qui uno scrittore, nel raccontare la storia della sua passione per i libri, tende a confondere continuamente i diversi piani dell’esistenza, aggiungendo però, come novità assoluta, e ulteriore elemento di confusione identitaria, la presenza delle nuove tecnologie della comunicazione, e in particolare di un potente e pervasivo social network come Facebook.
Insomma due appassionanti incursioni letterarie derivanti dall’applicazione di quella che potremmo definire una nemesi del “metodo” Vila-Matas, messa in opera da due autori irrimediabilmente coinvolti dallo stupore dell’infinito potere di seduzione della letteratura.



sabato 14 luglio 2012

UNA STORIA BORGESIANA DAL SAPORE DI CONFESSIONE

Quando le pagine hanno il calore di una confessione, più che il ticchettio di un congegno intellettuale
(articolo tratto da "Il FOGLIO" del giorno 11luglio2012)


vedi anche la rassegna stampa Lavieri

venerdì 6 luglio 2012

IO E IL MIO DOPPIO DIGITALE

Che significa avere un'identità? essere «se stessi»?
E di fatto possiamo definirci persone con un'identità definita e unica di cui, soprattutto, si è consapevoli?
Uno dei temi ricorrenti della letteratura e della riflessione filosofica è stato quello del doppio.
L'idea cioè che di ognuno di noi possa esistere un sosia. 
Questo pensiero risale al tempo del sacro, alla convinzione che la nostra realtà, quella materiale  avesse un suo analogo nella dimensione sovrannaturale.
E se alla realtà profana abitata dagli uomini ne corrispondeva un'altra analoga, allora lì doveva esserci qualcuno consimile per ognuno di noi.
Da qui la paura ancestrale per il proprio -immaginato- doppio.
Il romanzo di Pecchinenda, sociologi e preside della facoltà di sociologia di Napoli, riprende questa idea  e la ripropone in una lettura che è un po' saggio e un po' racconto thriller. 
Riportando la questione di chi siamo noi e in quanti modi possiamo esprimere il nostro sè nel campo del social network e Facebook.
Un romanzo esistenziale che colpisce per gli interrogativi che suscita su come sia complesso definire chi siamo.

[articolo tratto da  Vita&Salute Luglio-Agosto 2012]

mercoledì 4 luglio 2012

CHI E' RICARDO MONTERO?

CHI È RICARDO MONTERO? 
Se lo chiede in primo luogo lo stesso “Ricardo” in Essere Ricardo Montero di Gianfranco Pecchinenda. Collocandosi in una tradizione letteraria di tutto rispetto, Pecchinenda riprende e sviluppa temi che appartengono ad autori contemporanei come Vila-Matas, Liscano, Saramago o Borges. Ma alle chiare suggestioni offerte da questi autori, l’autore associa una sorta di valore aggiunto che si coglie in filigrana nelle pagine del suo scritto.

ARTICOLO COPMPARSO SU " il DENARO" sezione CULTURA del 30giu2012